Srimad Bhagavatan: storie karmiche scelte

passione e spiritualità

Srimad Bhagavatan: storie karmiche scelte

Di tanti dei miei scritti quello che amo più profondamente è lo Srimad Bhagavatan storie karmiche scelte. 

Proviene da un’opera epica indiana composta di 24 volumi e 18000 strofe cui ho estrapolato le storie karmiche a mio parere più interessanti. 

Ho cercato, inoltre, di scriverle in modo semplice così che siano accessibili anche ai neofiti. 

Mi sembra giusto che anche persone che non hanno studiato queste materie si possano avvicinare a questi tipi di letture e perché no? con il tempo approfondirle e studiarle. 

Le ho anche collegate all’astrologia, alla cabala, alla numerologia, alle ghematrie, alla simbologia e quant’altro necessario per capirne al meglio i concetti. 

Come avrete ben capito si parla della Reincarnazione e del karma ma soprattutto dei Samsara che sono i cicli di esistenze e la teoria del samsara è un corollario della legge del karma, in base alla quale la natura della nascita successiva è determinata dal karma del soggetto. 

Durante il suo peregrinare samsarico l’anima trattiene con sé il corpo sottile costituito dal prana e dalla mente o meglio dei ricordi karmici e dai sensi dell’Io. Il karma contiene le impressioni delle esperienze accumulate nella vita/e precedente/i. Queste impressioni, samsara, determinano l’orientamento del vivente nella vita presente. Tutto questo viene spiegato nelle Upanishad. Secondo l’Ayurveda, la natura del samsara determina la conformazione di citta, ovvero di quella regione della psiche identificabile con la nozione di inconscio. 

Le impressioni che una volta pervenute attraverso gli organi dei sensi, penetrano dalla mente esteriore, manas, nella mente intermedia, buddhi, per poi passare nella mente profonda, citta, inaccessibile all’Io cosciente, creano come tante tracce o solchi nella psiche, i samsara appunto, i quali sono tracce di memoria, residui latenti, all’origine delle tendenze e degli automatismi mentali, estremamente difficili da estirpare proprio perché radicati a livello inconscio. 

Il Nyaya parla di tre tipi di samsara: 

  • 1. vega, velocità;
  • 2. bhavana che sono quei tipi che consentono di ricordarsi e di riconoscere le cose; 
  • 3. shitisthapaka, elasticità. 

Il sistema Yoga descrive due tipi di samsara: 

  • 1. le tendenze individuali, vasana; le azioni buone o cattive, dharma-adharma
  • 2. La sede dei samskara si chiama karmashaya che si concretizza in karmacipaka o frutto dell’azione.

Questo, a sua volta determina la natura della nascita successiva, jati; specialmente la famiglia in cui si è destinati a rinascere la longevità, ayu, e i piaceri della vita. 

Lo studio dello Yoga consiste nella distruzione del Karmashaya.