La creazione del mondo con le lettere ebraiche

passione e spiritualità

La creazione del mondo con le lettere ebraiche

Fu la lettera Tav che si presentò per prima: “Maestro dei mondi, disse, ti piaccia servirti di me per operare la creazione del mondo, dato che io formo la lettera finale della parola Emet che significa Verità, incisa sul tuo sigillo, e poiché tu stesso sei chiamato Emet, conviene al Re di cominciare con la lettera finale della parola Emet e di servirsene per operare la creazione del mondo”. Il Santo, sia Benedetto gli rispose: tu sei degna in effetti, ma non conviene che io mi serva di te per operare la creazione del mondo, perché tu sei destinata ad essere segnata sulla fronte degli uomini fedeli, che hanno osservato la legge dalla Alef sino alla Tav, e ad essere così unita alla morte, ed anche perché tu formi la lettera finale della parola Maveth che significa Morte. Per queste ragioni, non mi conviene servirmi di te, per operare la creazione del mondo”. La lettera Tav uscì immediatamente. Entrò allora la lettera Shin e, dopo avere formulato la stessa domanda, essa fece valere l’iniziale del nome Divino Shaddai, che è una Shin. “Conviene, disse ella, servirsi dell’iniziale del nome sacro Shaddai, per operare la creazione del mondo”. Dio le rispose: “In effetti tu sei degna, tu sei buona e sei vera, ma dei falsari si serviranno di te per affermare le loro menzogne, associandoti alle due lettere Quf e Resh, per formare così la parola Schèqer, che significa menzogna. Da queste parole, risulta che per fare accettare le loro menzogne, i mentitori sono obbligati ad unirvi anche un principio di vero. E perciò la parola Schèqer che significa menzogna, è l’anagramma della parola Qescher, che significa nodo o fascio, perché per accettare le menzogne, il mentitore è obbligato a cominciare con il dire una verità Shin alla quale aggiunge poi la menzogna Quf e Resh, in maniera da legare insieme queste due. Quindi, benché tu sia vera, lettera Shin, dato che i tre patriarchi saranno riuniti in te, non conviene mi serva di te per operare la creazione del mondo, poiché tu sarai spesso associata alle due lettere Quf e Resh che sono del lato cattivo, del lato del demonio. Quando la lettera Shin ebbe inteso queste parole, uscì. Vedendo questo, le lettere Quf e Resh non osarono presentarsi. La lettera Tzadde entrò poi e formulò la stessa domanda, richiamandosi al fatto che la parola giusto Tzaddik applicata agli uomini e a Dio comincia con la lettera Tzadde, così come sta scritto: “Perché il Signore è giusto, Tzaddik, ed egli ama la giustizia, tzedaqoth,” Dio le rispose: In effetti tu sei giusta o lettera Tzadde, ma non conviene che mi serva di te per la creazione del mondo, dato che tu devi essere nascosta, per non dare appiglio all’errore. La tua forma primitiva è, infatti, una Nun obliqua, principio femminile, sul quale viene a unirsi una Yud, principio maschile. E questo è il mistero della creazione del primo uomo, il quale fu creato a doppia faccia, due figure volte in senso inverso, schiena contro schiena, ed è per questo che la Yud è presentata di schiena e non di faccia, sia che guardi in alto, sia che guardi in basso. “Anche tu, disse Dio a Tzadde sarai divisa un giorno in due, ma tu andrai altrove”. La lettera Tzadde uscì e se ne andò. La lettera Peh entrò poi e formulò la stessa domanda, facendo valere il fatto che la parola Peduth, che significa Liberazione, che Dio deve compiere un giorno nel mondo, comincia con una Peh. Dio le rispose: Tu sei degna, in effetti, ma la parola Pescha, che significa Peccato, comincia ugualmente con una Peh. Tu hai la testa bassa, simbolo del peccatore che, vergognoso, abbassa la testa e tende le braccia. Alla lettera ‘Ain, Dio rispose che essa comincia con la parola Avon, che significa Crimine. Quantunque essa facesse valere il fatto, che essa comincia ugualmente la parola Anava che significa Modestia, il Santo, sia benedetto, le disse: Non mi servirò di te, per operare la creazione del mondo. Quando essa uscì, la lettera Samek entrò e formulò la stessa domanda delle lettere precedenti, richiamandosi al fatto che il versetto dove sta scritto. “Il Signore sostiene tutti coloro che vacillano”, comincia con una parola, la cui iniziale è una Samek, che significa sostegno. Dio le rispose: è precisamente a causa della tua destinazione, che devi restare al tuo posto, perché se io ti togliessi dal tuo posto, per servirmi di te per operare la creazione del mondo, che avverrebbe di coloro che sono vicini a cadere, dato che si appoggiano su di te? La lettera usci immediatamente. Alla lettera Nun che fece valere il fatto che le parole Nora che significa Timore e Nava che significa bello, cominciano con questa lettera, Dio le rispose: ritorna al tuo posto, perché è per causa tua se la Samek è tornato al suo e sostieni su lui. Tornando al suo posto, immediatamente essa uscì. La lettera Mem fece valere il fatto che è l’iniziale della parola Melekh, che significa Re. Dio le rispose: è vero ma non mi servirò di te per operare la creazione del mondo, dato che il mondo avrà bisogno di un Re. Resta dunque al tuo posto, con le altre lettere che formano la parola Melekh, cioè a dire con la lettera Lamed e con la lettera Khaf, perché non è possibile per il mondo restare senza Re. La lettera Lamed conteneva il sé il motivo del suo rifiuto. Avanzò con l’argomento che era prima lettera della parola Luchoth che sono le tavole celesti con i Dieci Comandamenti, ossia le Dieci Parole di Vita, ma si dimenticò che le tavole sarebbero poi state fatte a pezzi da Mosè. A questo punto la lettera Khaf, vivamente turbata, discese dal trono glorioso ed esclamò: Signore dell’Universo ti piaccia servirti di me per operare la creazione del mondo, poiché io sono l’iniziale della parola che esprime la tua gloria Kadod, che significa Gloria. Quando la lettera Khaf lasciò il trono, duecentomila mondi, così come il trono stesso, furono scossi, la scossa fu così violenta che minacciò di fare crollare tutti i mondi. Il Santo, sia benedetto, disse allora a questa lettera: O Khaf, Khaf, perché persisti a restare qui? Torna al tuo posto, perché non mi servirò di te per operare la creazione del mondo, poiché tu sei l’iniziale della parola che esprime lo sterminio Kala, che significa sterminare, torna dunque al tuo posto e restaci. Immediatamente la lettera Khaf uscì e fece ritorno al suo posto. Entrò in seguito la lettera Yud e formulò la stessa domanda, facendo valere il fatto che essa forma l’iniziale del nome sacro. Dio le rispose: è abbastanza per te d’essere incisa e marchiata in me stesso e di essere il punto di partenza di ogni mia volontà, non conviene toglierti dal mio nome. La lettera Tet entrò a sua volta e formulò la domanda delle lettere precedenti, facendo valere il fatto di essere l’iniziale della parola Tov, che significa buono, che è uno degli attributi di Dio, chiamato il buono e il giusto. Dio le rispose: non servirai per la creazione del mondo, dapprima perché il bene che tu rappresenti, è chiuso e nascosto in te, così come sta scritto: o quanto è grande l’abbondanza della tua bontà che hai nascosto a quelli che ti temono, quindi il bene riservato al mondo futuro, di conseguenza non hai nulla in comune col mondo che voglio creare adesso, in seguito perché è precisamente a causa del bene che nascondi in te, che saranno infossate le porte del tempio nella terra, così come sta scritto: “Le tue porte saranno infossate nella terra”. E infine perché tu hai per vicina la lettera Cheit, con la quale costituisci la parola che designa il peccato. È anche per questa ragione, che le due lettere, Cheit e Tet, non figureranno in nessuno dei nomi delle dodici sante tribù, la lettera Cheit uscì immediatamente. Entrò in seguito la lettera Zain, che formulò la stessa domanda delle lettere precedenti, facendo valere il fatto di essere l’iniziale della parola che comincia il versetto riguardante l’ordine del riposo sabbatico, così come sta scritto: “Ricordati di santificare il giorno di Sabbat”. Dio le rispose: Non mi servirò di te per operare la creazione del mondo, perché tu sei l’immagine della guerra, poiché hai la forma di una spada affilata e di un pugnale da guerra, simile a quello della lettera Nun. La lettera uscì immediatamente. Entrò la lettera Vav e formulò la stessa domanda delle lettere precedenti facendo valere il fatto di fare parte del nome sacro. Dio le rispose: è abbastanza per te e per la tua vicina, la lettera Hey, di figurare nel mio nome, di costituire il mistero racchiuso nel mio nome e di essere incisa e marchiata nel mio nome. Così non mi servirò di te, per operare la creazione del mondo. Entrarono poi le lettere Dalet e Ghimel e formularono a loro volta, la domanda delle lettere precedenti. Rispose loro Dio: è abbastanza per voi egualmente di restare assieme l’una a fianco l’altra, perché vi saranno sempre dei poveri nel mondo, ai quali dare soccorso. E Dalat che significa povertà, designa il povero e Ghamal che significa soccorrere, designa il benefattore che assiste il primo. Restate quindi una a fianco dell’altra, perché l’una entra nell’altra. Entrò poi la lettera Beit, dicendo: Signore dell’Universo, ti piaccia servirti di me per operare la creazione del mondo, dato che sono l’iniziale della parola di cui si serve per benedirti, Baruk che significa sia benedetto in alto e in basso. Il Santo, sia benedetto gli rispose: è effettivamente di te che mi servirò, per operare la creazione del mondo, e tu sarai la base dell’opera di creazione. La lettera Alef restò al suo posto senza presentarsi. Il Santo, sia benedetto gli disse: Alef, Alef, perché non ti sei presentata davanti a me, come tutte le altre lettere? Essa rispose: Signore dell’Universo, vedendo presentarsi davanti a te tutte le lettere inutilmente, perché mi sarei presentata anch’io? Inoltre, come ho visto che hai già accordato alla lettera Beit questo dono prezioso, ho compreso che non si addice al Re celeste, riprendere il dono che ha fatto a un suo servitore per darlo a un altro. Il Santo sia benedetto gli rispose: O Alef, quantunque sia la lettera Beit di cui mi servirò per operare la creazione del mondo, tu avrai compensi, perché sarai la prima di tutte le lettere ed io non avrò unità che in Te. Tu sarai la base di tutti i calcoli e di tutti gli atti fatti nel mondo, e non si potrà trovare unità in nessuna parte se non nella lettera Alef.

trovate la descrizione completa nell’appendice due del mio libro “Albero della Vita Casa Editrice Eifis Edizioni