Autonomi e rappresentanza per lo Statuto dei lavori

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Autonomi e rappresentanza per lo Statuto dei lavori

Bonanni corteggia i «piccoli» Via al sindacato delle partite Iva

“Gli iscritti già a quota 55 mila: la somma degli aderenti delle organizzazioni Alai e Clacs. La tutela In un mercato del lavoro cambiato, l’ obiettivo è dare voce a chi fino a oggi è rimasto senza tutela”

ROMA – Il debutto pubblico avverrà a gennaio del 2010 con un convegno sullo «Statuto dei lavori», l’evoluzione moderna dello Statuto dei lavoratori che era sempre stato nei pensieri del giuslavorista Marco Biagi, assassinato dalle Brigate rosse, ma che non è mai stato materialmente redatto. Non a caso proprio a quarant’ anni di distanza da quella legge voluta da Giacomo Brodolini e Gino Giugni, che per la prima volta nella storia ha definito il quadro generale delle garanzie e delle tutele per i lavoratori dipendenti. 

E proprio mentre la crisi economica risveglia tutti gli interrogativi sul destino dei milioni dei lavoratori del «Quinto Stato». Ovvero quel mondo di chi non ha padrone né dipendenti ed è completamente senza reti di protezione, che nelle settimane scorse ha rivelato tutto il suo disagio attraverso le pagine del Corriere. 

Quale occasione migliore di questa per battezzare il sindacato delle partite Iva? Si chiama Felsa, ovvero Federazione lavoratori somministrati autonomi e atipici, e l’ha partorito qualche giorno fa la Cisl. Il segretario generale di questa organizzazione, Raffaele Bonanni, l’ ha affidato a Ivan Guizzardi. Ex delegato della Fim, per più di dieci anni si è impegnato al fianco di Comunione e liberazione nell’attività di organizzazione delle reti di lavoro interinale, e finora era alla Alai, il sindacato dei lavoratori atipici che è uno dei soci fondatori. La Felsa nasce infatti dalla fusione di due distinte organizzazioni: la Alai, appunto, e la Clacs, sindacato degli autonomi. Spiega Guizzardi: «Rispetto a quando il Parlamento approvò lo Statuto dei lavoratori, il mercato del lavoro è completamente diverso. 

L’idea è quella di rappresentare quel mondo delle partite Iva che al contrario degli altri lavoratori non ha alcun genere di tutela, non ha ammortizzatori sociali, non ha una previdenza decente». Il sindacato delle partite Iva comincia con 55 mila iscritti:la somma degli aderenti alle due organizzazioni Alai e Clacs. Fra di loro c’ è di tutto. Piccoli commercianti, venditori ambulanti, benzinai, grafici pubblicitari, docenti della formazione professionale, collaboratori che vengono coinvolti nelle piccole imprese con la formula dell’«associazione in partecipazione». Molte figure che in qualche caso hanno anche una controparte imprenditoriale.

La platea, stima Guizzardi, è vastissima: un milione e mezzo di partite Iva, più quasi un milione di cosiddetti «collaboratori a progetto». Ma non è finita qui. Bonanni non ha mai nascosto l’ambizione di puntare magari anche ai lavoratori di alcune categorie professionali già organizzate, come quella degli avvocati. E chissà quanti altri. Dice il segretario della Cisl: «Il sindacato deve intercettare le nuove forme di lavoro. Anche se sono autonomi, per noi sempre lavoratori sono. Il fatto che ci stiamo riuscendo dimostra che c’ è un grande bacino su cui agire».

Insomma: autonomi di tutto il mondo, unitevi!

Sergio Rizzo

CORRIERE DELLA SERA – 17 OTTOBRE 2009