Anime antiche
Spesso ci poniamo la domanda se siamo o no anime antiche.
Chi è aperto all’idea di seguire una via spirituale nel senso più universale del termine un giorno questa domanda se l’è posta.
La risposta, quasi a colpo sicuro, è: «Sì, evidentemente, altrimenti non mi verrebbe in mente un simile interrogativo!».
E allora cosa si deve pensare di questo concetto di anima antica? Innanzitutto, ha senso soltanto nel caso in cui si accetti l’idea della Reincarnazione.
In effetti, se si è convinti di poter beneficiare di una vita sola, nessun’anima può essere più vecchia di un’altra poiché non è ipotizzabile un’anteriorità. Poi è un concetto perfettamente coerente perché è evidente che in questo mondo esistono esseri più maturi di altri, qualunque sia la loro età, la loro origine, il loro ambiente socio/culturale. L’anima antica fa riferimento a un livello di coscienza e in maniera del tutto naturale a un passato ricco di esperienze.
Il concetto dell’anzianità di un’anima trova giustificazione solo se si accetta l’idea, ammessa dall’astrofisica, che l’universo non è statico ma in continuo movimento. Pertanto, si può concepire l’idea che il cosmo si espanda e poi si ritragga secondo una cadenza analoga a quella della respirazione, apnee comprese.
Tuttavia, solo l’esperienza mistica permette di abbordare il fatto che nel cuore stesso di queste fasi esiste un gran numero di altri ritmi come altrettante espressioni cicliche di un Piano che si può qualificare come Divino. È così che vi si creano delle Onde di Vita successive e poi, dentro queste ultime, delle Onde di Creazione in cui moltitudini di civiltà nascono e muoiono nel corso di grandi cicli che convenzionalmente vengono chiamate Ere..
Ecco come da un punto di vista globale nascono nuove Scintille di coscienza portatrici del Germe sacro originario e che, poco a poco, di Onda in Onda e di Era in Era si forgiano fino a diventare… vecchie nel senso più nobile del termine. È questo tipo di vecchiezza, certamente percepito in un contesto in cui si accetta l’illusione di un tempo lineare, che permette di comprendere la nostra costante, straordinaria prossimità con il Divino e poi l’evidenza che fa sì che respiriamo nel cuore stesso del Suo Soffio. Ciononostante, bisogna essere un’anima molto antica per andare ancora oltre questa comprensione e realizzare fin nelle nostre cellule cosa significa davvero la nostra complicità con la Fonte e poi diventare un Suo prolungamento assetato in ognuno dei nostri tentativi ed errori e attraverso l’infinità dei nostri viaggi.